Crisis Management Italian Style: distruggere gli avversari, alzare cortine fumogene, spostare l’attenzione, coinvolgere altri.
La disciplina del “crisis management” si basa su alcuni principi consolidati e condivisi in quasi tutti i paesi democratici e civili del mondo:
- l’isolamento della crisi dal “day to day”
- il contenimento della crisi stessa
- la trasparenza
- l’assunzione di responsabilità
- il porgere le proprie scuse
- la modifica dei propri comportamenti durante e dopo la crisi
Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, da mesi al centro delle note vicende, ridefinisce il crisis management pescando nella peggiore tradizione italiana.
Ecco le nuove regole per sopravvivere ad una crisi nel nostro Paese:
- Allargare la crisi: attaccare i propri avversari (concorrenti, enti regolatori, etc…) per dimostrare che se il proprio comportamento non è esattamente virtuoso, quello degli altri è ancora più discutibile. Si collocano in questa strategia la campagna orchestrata contro il Direttore di Avvenire e, in queste ore, l’attacco al Presidente della Camera Fini.
- Negare e non assumersi alcuna responsabilità, anche davanti a fatti conclamati, palesi, ovvi ed evidenti.
- Occultare la verità alzando cortine fumogene che distraggono e disorientano. Alimentare altri scandali, modificare l’agenda mediatica, tenere alta la tensione.
- Essere fedeli a se stessi. Se non ci si assume pubblicamente la responsabilità delle proprie azioni non è necessario modificare i propri comportamenti.
- Scuse? E per cosa?
In effetti più che di fronte ad un’azione di crisis management ci troviamo davanti ad uno dei peggiori esempi di “spinning”. Italian style.
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