Cambiamento climatico: i costi

85% del pianeta impattato dal cambiamento climatico – 95 miliardi di dollari i danni climatici negli USA nel 2020 – quale l’impatto sull’Italia?

Secondo un recente articolo pubblicato dal Washington Post almeno l’85% del pianeta è stato impattato dal cambiamento climatico indotto dall’uomo. Le conclusioni giungono da uno studio condotto da ricercatori che hanno usato l’apprendimento automatico per analizzare e mappare più di 100.000 studi di eventi meteorologici che possono essere ricondotti al riscaldamente globale e hanno scoperto che quattro quinti della superficie terrestre ha subito impatti legati al riscaldamento globale.

“Abbiamo un’enorme base di prove ora che documenta come il cambiamento climatico sta influenzando le nostre società e i nostri ecosistemi”, ha detto l’autore principale Max Callaghan, ricercatore del Mercator Research Institute on Global Commons and Climate Change in Germania. “Il cambiamento climatico”, ha detto Callaghan, “è visibile e percepibile quasi ovunque nel mondo”.

Intanto quest’anno, sempre secondo il Washington Post, 18 disastri climatici sono costati almeno 1 miliardo di dollari ciascuno raggiungendo quindi la ragguardevole cifra di oltre 18 miliardi di dollari. Il 2021 è al passo per essere tra gli anni più attivi e più costosi per questi disastri, che stanno diventando sempre più frequenti. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato dal National Oceanic and Atmospheric Administration.

2020: negli USA 95 miliardi di danni da eventi metereologici

Il 2020 si era già distinto come un anno costellato da un numero record di disastri da un miliardo di dollari. Secondo il rapporto pubblicato da National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), le perdite nei soli Stati Uniti avevano raggiunto l’incredibile cifra di 95 miliardi di dollari per 22 distinti eventi da un miliardo di dollari.

I disastri multimiliardari che hanno colpito gli USA nel 2020 (fonte NOAA)

Tredici dei disastri meteorologici da un miliardo di dollari del 2020 sono risultati da forti temporali improvvisi e tornado, comprese diverse grandinate molto costose.

Piani di azioni insufficienti

Il 17 settembre le Nazioni Unite, pubblicando un rapporto, hanno avvertito che, sulla base dei più recenti piani d’azione presentati da 191 paesi per ridurre le emissioni di gas serra, il pianeta è sulla buona strada per riscaldarsi di più di 2,7 gradi Celsius entro la fine del secolo – molto al di sopra di quello che i leader mondiali hanno detto essere il limite superiore accettabile del riscaldamento globale. Un livello di riscaldamento che porterebbe a drastiche carenze di cibo e acqua, disastri meteorologici mortali e collasso catastrofico dell’ecosistema.

Cambiamento climatico e Chief Sustainability Officer

In questo drammatico scenario sarebbe utile sapere quanto i cambiamenti climatici stanno incidendo sull’Italia non solo in termini di costi associati ad eventi meteorologici estremi ma anche, per esempio, sull’agricoltura (pensiamo ad esempio alle eccellenze del “Made in Italy”, alla coltivazione dei cereali). Sappiamo per esempio che i viticoltori francesi si trovano in grave difficoltà a causa dei cambiamenti del clima. In un articolo del Financial Times del 10 settembre si legge:

La notizia di questa settimana che i produttori di vino francesi produrranno il 29% in meno quest'anno rispetto all'anno scorso, grazie alle gelate primaverili seguite dalle piogge estive, è una prova più sobria dell'impatto del cambiamento climatico sull'industria. Segue le inondazioni in Germania, un'ondata di caldo torrido in tutta l'Europa meridionale e la siccità in California.

Il problema non è da poco. Impatta le produzioni e le denominazioni di origine controllata e protetta. E’ ad esempio immaginabile produrre un Brunello di Montalcino altrove?

Potrebbe forse essere utile che anche l’Italia si doti di un suo Chief Sustainability Officer sotto la Presidenza del Consiglio dei Ministri. L’ufficio del Federal Chief Sustainability Officer (CSO) degli Stati Uniti guida lo sviluppo di politiche, programmi e partnership per promuovere la sostenibilità e le operazioni federali resilienti al clima. The Office of the Federal Chief Sustainability Officer fa parte del Consiglio per la qualità ambientale della Casa Bianca.

Piani di adattamento e resilienza

Il 28 gennaio 2021 il Presidente USA Joe Biden ha chiesto alle principali agenzie federali di sviluppare un piano di adattamento e resilienza per affrontare i loro specifici rischi e vulnerabilità climatici più significativi. Il 7 ottobre 2021, la Casa Bianca ha annunciato il rilascio di più di 20 piani di adattamento e resilienza al clima delle agenzie federali. Come parte di questi sforzi, le agenzie integreranno la pianificazione e l’implementazione dell’adattamento e della resilienza in tutte le loro operazioni e programmi e aggiorneranno continuamente i loro piani di adattamento.

Particolarmente interessante è quello dedicato all’agricoltura.

Il pregio di pubblicare un piano non è solo quello di dimostare di averne redatto uno. Ma, quando opportunamente comunicato alla popolazione, diventa uno strumento attraverso il quale si crea consapevolezza circa quello che rischia (sempre più concretamente) di accaderci. E può essere una leva per avviare un cambiamento culturale e nei comportamenti.

E il nostro Paese a che punto è sotto il profilo della preparazione?

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