#Costa #Concordia: naufraga anche la strategia di comunicazione?

La strategia di comunicazione messa a punto dal management Costa Crociere, dai consulenti esterni e presumibilmente dai legali a seguito del naufragio della Costa Concordia sembra essersi infranta oggi sugli scogli delle analisi telefoniche. Secondo quanto riportato dai principali mezzi di informazione infatti, in base all’analisi di 10 telefonate (Corriere della Sera), il Capitano Francesco Schettino avrebbe tempestivamente informato la compagnia della gravità della situazione, fatto questo fino ad ora smentito da Costa Crociere. Se le rivelazioni fossero confermate questo avrebbe un impatto devastante sulla credibilità del management della compagnia di navigazione.

Pier Luigi Foschi, AD, Costra Crociere (ANSA)

A dire il vero rovesciare sin dall’inizio tutte le responsabilità sul Capitano della Costa Concordia non mi era sembrata una mossa azzeccata. 40 anni di case history internazionali di gestione di crisi insegnano infatti che a prescindere dalle colpe dei singoli, che vengono inevitabilmente individuate nel tempo dalle commissioni di inchiesta e dalla magistratura, è compito del CEO dell’azienda assumersi in prima persona la piena responsabilità degli eventi.

Ma non è a mio giudizio questo uno degli elementi più sconcertanti della vicenda. Guido Bertolaso, ex capo della protezione civile, in una lettera pubblicata oggi dal Corriere della Sera pone – tra l’altro – l’accento sulla mancanza di un sistema di controllo del trasporto marittimo a differenza da quanto avviene per il trasporto aereo.

Partendo da questa riflessione è necessario chiedersi come Costa Crociere avesse organizzato il sistema di gestione della propria flotta, la  maggiore in Europa, ovvero una flotta composta da ben 16 navi da crociera. Possibile che non vi fosse presso la sede centrale un semplice sistema di monitoraggio via GPS delle navi? Possibile che all’interno del sistema di monitoraggio non fossero stati programmati una serie di allarmi associati alla cartografia, alla rotta programmata, alle distanze minime dalla costa? Possibile che questi allarmi non fossero stati programmati anche nella sala di comando della nave? Onestamente sembra difficile crederlo.

Se tale sistema fosse effettivamente in funzione presso Costa Crociere le responsabilità della compagnia nel naufragio della Costa Concordia sarebbero oggettivamente molto gravi. La sua assenza tuttavia lascerebbe sconcertati.

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2 risposte su “#Costa #Concordia: naufraga anche la strategia di comunicazione?”

  1. Ciao Patrick,

    sono d’accordo con questo e con il precedente post che hai scritto! Le ragioni di questa sciagura non sono tanto da ricercare nell’incapacità o nell’errore umano di una singola persona, quanto piuttosto in una serie di mancanze nella prevenzione e nella preparazione ad un simile evento da parte della compagnia Costa Crociere. Monitorare ogni movimento delle proprie navi, in particolare se tali navi viaggiano in acque pericolose ed hanno a bordo oltre 4.000 persone, è un dovere oltre che rappresentare un beneficio diretto per il proprio lavoro. La gestione di una crisi inizia ben prima dello scatenarsi di un evento critico e Costa Crociere ha dimostrato di non avere gli strumenti adatti ad evitare questo tipo di sciagure.

    Enrico

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