Pochi minuti prima di gettarsi dalla finestra del suo ufficio al quarto piano, Stephanie, 32 anni dipendente France Telecom ha inviato il seguente messaggio di posta elettronica al padre: “Ho deciso di uccidermi questa sera… non posso accettare la nuova riorganizzazione… preferisco morire”. La drammatica vicenda è raccontata in un articolo del Financial Times di questo week-end che prende in esame il caso.
In realtà quello di Stephanie è il 23° suicidio in 18 mesi presso France Telecom che impiega complessivamente 104.000 dipendenti. Pochi giorni prima un’altro dipendente del gruppo si era pugnalato allo stomaco durante una riunione di lavoro dichiarando di aver compiuto un atto “premeditato” per denunciare le condizioni di lavoro in un azienda che nel corso degli ultimi 3 anni ha licenziato 22.000 lavoratori.
La notizia del suicidio di Stephanie ha chiaramente scandalizzato l’opinione pubblica e ha portato alla convocazione di Didier Lombard, CEO France Telecom da parte di Xavier Darcos, Ministro del Lavoro transalpino.
Anche se secondo l’FT il numero di suicidi alla France Telecom potrebbe collocarsi al di sotto della media nazionale, alcuni esperti ritengono che il numero di suicidi “aziendali” sarebbe in crescita. Un nuovo evidente fronte di preoccupazione per il management e per quanti si occupano di comunicazione e di crisis management.
In un articolo correlato Christopher Caldwell raccoglie la voce del sindacato che, in base alle dichiarazioni rese dai sindacalisti intervistati, nel corso degli ultimi due anni avrebbe cercato (senza successo) di sensibilizzare il management circa gli elevati livelli di stress indotti sui dipendenti dal modello di business adottato dell’azienda. L’articolo merita un’attenta lettura poiché il drammatico tema è ben contestualizzato.
Tuttavia, come spesso accade in una situazione di crisi, il contesto razionale – ovvero il fatto che il numero di suicidi alla France Telecom sia di fatto al di sotto della media dei suicidi in Francia – si scontra con le valenze fortemente emotive della vicenda. Un messaggio, quello razionale, che non solo stenta ad essere recepito ma che nella circostanze è fondamentalmente sbagliato.
Facendo un passo indietro è tuttavia necessario chiedersi quali strumenti France Telecom abbia adottato nel corso degli ultimi anni per gestire una così severa riduzione del personale e una così drammatica riorganizzazione interna. A giudicare dai comunicai stampa diramati dall’azienda a seguito dei tragici eventi sembrerebbe pochi e tardivi.
Dalla vicenda France Telecom è possibile trarre alcuni insegnamenti:
- le ristrutturazioni aziendali devono essere accompagnate da una adeguata strategia di comunicazione;
- i cambi organizzativi devono essere accompagnati da una adeguata strategia di comunicazione (change management);
- l’uso di strumenti di ricerca finalizzati a comprendere il clima aziendale devono essere alla base di qualsiasi strategia di comunicazione;
- il continuo monitoraggio del clima aziendale è di fondamentale importanza soprattutto in momenti di grande stress per la struttura (vedi riduzioni continue del personale, acquisizione di Orange, riorganizzazioni interne)
- nel caso di ristrutturazioni significative è necessario valutare, nell’ambito delle attività di issues/crisis management anche l’intervento di un team di psicologi per assistere i dipendenti che hanno perso il posto di lavoro (così come gli psicologi sono oggi ampiamente utilizzati nel caso di catastrofi naturali o incidenti con vittime umane);
- in situazioni drammatiche è necessario articolare messaggi empatici e non fattuali.