Gestione di crisi Costa Concordia: quali sono stati i prodromi?

In questi giorni molto si è scritto sulla gestione di crisi da parte di Costa Crociere in occasione del tragico naufragio della Costa Concordia. Diverse le opinioni fino ad oggi espresse dagli “esperti” di crisis management intervistati dai media e da quelli, sopratutto “esperti di social media” che trovano in rete uno spazio per esprimere – spesso a sproposito – le loro opinioni. Da parte mia mi riservo di pubblicare a breve un documento di analisi più serio e ponderato il cui fine non sarà quello di criticare Costa Crociere per come ha gestito la situazione ma bensì di identificare i key learnings che permettano di innalzare il livello culturale del nostro paese in tema di comunicazione e gestione di crisi.

Detto questo, alcune riflessioni iniziali relative alla vicenda della Costa Concordia si trovano nell’intervista che avevo rilasciato lo scorso anno a FERPI Notizie.

E proprio partendo da questa riflessione mi chiedo quali siano stati negli anni o nei mesi scorsi i campanelli di allarme che sono stati ingnorati dal management aziendale e dal responsabile dell’unità di crisi di Costa Crociere. Come è ben noto infatti, tutte le crisi hanno i loro prodromi. Sono quindi pronto a scommettere che nei prossimi giorni, scavando nel profilo psicologico del Capitano Schettino e nelle procedure seguite dai capitani della Costa Crociere sulle navi e in navigazione scopriremo com molta probabilità che i prodromi ci sono stati ma che nessuno è stato in grado di coglierli.

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