Non sono un fan dei film sugli zombi ma in attesa di capire quale piano Israele ha messo a punto per Gaza mi è venuta in mente una scena di “World War Z”, film del 2013 con Bratt Pitt. Quella dove si parla del decimo uomo.
A prescindere dal fatto che alla base del film vi è logicamente un “virus”, nasce spontaneo chiedersi quale sia il nesso tra “World War Z” e l’attuale situazione a Gaza. Per chi non avesse visto il film, ad un certo punto il protagonista scopre che il Mossad è venuto a conoscenza del virus prima dell’epidemia ed è riuscito a costruire una zona sicura. A Gerusalemme Gerry (Brad Pitt) incontra Jurgen Warmbrunn, un alto funzionario del Mossad.
“Il problema è che molti non credono che qualcosa possa avvenire finché non è già avvenuto. Non è stupidità o debolezza. E’ solo la natura umana”, spiega pacatamente il funzionario dei servizi israeliani. Ed è qui che il film ci rivela qualcosa di molto interessante sulla gestione di crisi: il concetto del “decimo uomo”.
Inutile spiegare. 90 secondi di visione della clip sono più che sufficienti per mettere in evidenza l’importanza di avere nel proprio Crisis Management Team persone che hanno la capacità intellettuale di dissentire con la maggioranza e portare al tavolo punti di vista diversi che arricchiscono l’analisi e la presa di decisione.
Lasciamo alle nostre spalle la finzione cinematografica che tuttavia spesso ci offre interessanti spunti di riflessione sulla gestione di crisi e torniamo all’attualità di queste ore. Esiste un “decimo uomo” nel Gabinetto di guerra di Israele o è toccato a Joe Biden, Presidente degli Stati Uniti invitato la scorsa settimana a partecipare ad una riunione dello stesso giocare quel ruolo?