Lusso "Made in Italy": problematiche, non crisi reputazionali
- Patrick Trancu

- 18 ott
- Tempo di lettura: 2 min
Le recenti vicende giudiziarie dei marchi del lusso "Made in Italy" TOD'S Group, Giorgio Armani, Loro Piana (LVMH) non hanno nulla a che fare con le "crisi".
"Crisi reputazionale" è stato il grido di allarme lanciato nel corso dei mesi alla notizia della messa in Amministrazione giudiziaria di alcuni noti marchi italiani di alta gamma. Tutte per lo stesso motivo: mancanza di controllo sulle catene di subappalto, ovvero esternalizzazione di produzioni a terzi che operano in contesti lavorativi di "sfruttamento del lavoro". Almeno queste le accuse.
Nel corso dei mesi ho commento alcuni post suggerendo che tali "crisi reputazionali" non possono essere definite crisi semplicemente perché non hanno alcun impatto su azionisti e consumatori. Sarebbe più opportuno chiamarli “eventi reputazionali”.
In aiuto alla mia tesi giungono ora i dati dell’undicesima edizione dell’Altagamma Consumer & Retail Insight 2025 di Boston Consulting Group (BCG) con il contributo di Bernstein. Secondo il rapporto
"Il cuore del mercato del lusso globale ha cambiato battito: oggi è il cliente top-tier – appena lo 0,1% della popolazione – a generare il 37% della spesa totale del settore. In un momento di rallentamento generalizzato, è questa élite di Uhnwi (ultra high net worth indivinduals) a trainare la crescita, ridefinendo strategie, linguaggi e canali distributivi dei brand di alta gamma. Crollano, invece, gli aspirazionali che pesano ora ‘solo’ il 61% dei consumi di fascia alta e che continua a ridurre la spesa."
Secondo un report di CDP Cassa Depositi e Prestiti "Nel 2023 la moda italiana ha esportato circa 65 miliardi di euro - pari al 10% dell’export totale nazionale - con oltre il 55% diretto verso Paesi extra-UE, evidenziando la capacità dei prodotti Made in Italy di affermarsi in mercati internazionali dove il potere d'acquisto dei consumatori è in crescita come Medio Oriente e Asia orientale." Ed anche se l'anno successivo ha subito un calo la realtà è che Uhnwi e aspirazionali che sono quelli che comprano il nostro lusso vivono molto lontani dalla penisola italica.
Bottom line, ammesso e non concesso che siano venuti a conoscenza delle vicende giudiziarie dei sopra citati marchi, agli "Uhnwi" non interessano. E immagino interessino poco anche agli "aspirazionali".

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